perroniScout

Qualche settimana fa, apprendiamo dai giornali locali che il neo delegato assessore alla Cultura, Emilio Perroni, presenta alla stampa come suo primo atto pubblico, il nostro beneamato Palazzo della Bonificazione Pontina.

L’entusiasmo è tale che appena possibile ci rechiamo presso l’edificio storico per capire come sarà possibile visitarlo dopo decenni di limitazioni al pubblico.

Con nostra grande sorpresa però, giunti nell’adiacente piazza Santa Domitilla, oltre al solito parcheggio abusivo, troviamo un cantiere ancora in piedi e all’apparenza abbandonato. Dal cartello dei lavori leggiamo che l’opera è finanziata dalla Regione Lazio, e speriamo che almeno lì qualcuno potrà spiegarci cosa succede.

Contattata la nostra concittadina portavoce in Regione, Gaia Pernarella per avanzare una richiesta di spiegazioni, dopo alcuni giorni riceviamo una corposa documentazione del cui contenuto vorremmo rendere tutti partecipi.

Nel 2000, il Comune di Terracina, si aggiudica dalla Regione un finanziamento di 1.807.599,00 euro destinati al Palazzo della Bonificazione Pontina, per le opere di allestimento dell’archivio, della biblioteca e del museo archeologico. Ma per circa 10 anni, le varie giunte Nardi da una parte firmavano intese con la Regione, dall’altra cercavano accordi sconclusionati con diversi privati nell’impossibile tentativo di alienare un bene pubblico di tale valore, perdendo tempo e denaro e bloccando di fatto lo sviluppo culturale del nostro centro storico.

Nel 2012, la giunta Procaccini, su sollecitazione di varie associazioni del territorio, ottiene dalla Regione lo stanziamento del 50% dell’impegno economico assunto dieci anni prima.

E cosa fa con questi soldi? Da quanto si evince dalle note ufficiali del Dipartimento Cultura della Regione Lazio, nonostante gli accordi intercorsi in tal senso con l’Amministrazione Comunale, la Direzione Regionale non è stata né informata né coinvolta in merito alla definizione del progetto dettagliato dell’allestimento del museo, cosa che contribuirà ad inficiare la concessione della restante parte del finanziamento.

Sembra che la giunta comunale abbia contattato la Regione solo per chiedere di utilizzare il ribasso d’asta per l’acquisto delle gallerie sostruttive del palazzo, accordo ovviamente negato in quanto non inerente al progetto originario, né opportuno viste le lungaggini nella realizzazione già del solo progetto iniziale.

Insomma, le giunte passano e l’incompetenza resta. Pensare poi che, in entrambe le fasi politiche ed economiche di questa Odissea, il responsabile dei lavori assegnato al progetto è sempre stato il nostro caro geometra Leone. Sì avete capito bene, lo stesso funzionario già segnalato alle autorità competenti per le faccende del Montuno e del parcheggio + ascensore in zona archeologia. Grottesco, non trovate? Non capiamo inoltre come mai anche il dirigente ed il capo settore del dipartimento beni e attività culturali del Comune di Terracina, rispettivamente i dottori Negossi e Marigliani, non diano le dovute comunicazioni all’ente erogatore del finanziamento, in completo contrasto con il ruolo e la responsabilità a loro spettante.

E se la Regione viene tenuta allo scuro di ogni attività lecita o illecita che si stia svolgendo, si potrebbe immaginare che l’amministrazione stia facendo altrettanto con le soprintendenze ai beni storici, artistici e archivistici, cosa altrettanto grave per il buon esito dell’intera vicenda.

Insomma caro assessore, invece di adunare giornalisti e propagandare interventi mai compiuti, le consigliamo di prendere più seriamente il ruolo che è stato chiamato a svolgere, perché vede, ad oggi lei, a nostro parere, risulta il nuovo entrato nella lunga lista di amministratori superficiali ed incompetenti che alla nostra cittadina tocca subire.